Il mio voleva essere un discorso generale, legato alla innovazione tecnologica che a mio avviso va avanti per due strade diverse, quella della pubblica amministrazione e quella delle gente normale.
Ho come la sensazione che quando nella pubblica amministrazione si parla di innovazione tecnologica si pensa sempre a qualcosa di enorme, insormontabile, difficilissimo. E con la tendenza a pensare sempre al futuro ci si dimentica spesso del presente.
Proprio ieri ho pagato in ritarto le quote della mensa scolastica di mia figlia perché sono costretto ad andare in banca una volta al mese per pagare 14 euro. Da una parte mi si promette che tra non so quanto tempo potrò pagare l’ICI con un collegamento internet e con la carta di credito, dall’altra ho difficoltà a trovare un indirizzo di posta elettronica su un sito internet e faccio la fila in banca per pagare 14 euro.
Era questo il mio disappunto. Volevo prendere spunto dal Comune di Orvieto e dal suo assessore per dire che mi capita spesso di vedere l’attenzione per le grandi cose, spesso solo futuribili, e la disattenzione per le piccole cose necessarie ed essenziali.
Poi c’è il discorso dell’accessibilità al web, del fatto che il luogo più democratico del mondo sia pieno zeppo delle cosiddette barriere architettoniche. Questo è un altro discorso che rimando ad un prossimo post.
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