Scopro da questo articolo http://www.maxkava.com/2011/03/wired-lontano-il-nobel-per-le-vendite/ un po’ di dati sulle vendite di Wired.
Mi ha molto colpito il dato sulla diffusione media, neanche 90.000 copie al mese contando le vendite in edicola (poco più di 15.000) e gli abbonamenti.
Insomma, neanche 100.000 copie. Un lavoro abnorme, immagino, con costi di produzione e stampa che neanche voglio immaginare, perché diciamo la verità, tecnicamente/graficamente la rivista è sempre stata molto apprezzabile.
Ma tutto questo ha un senso? Ha un senso un progetto editoriale così complesso per avere un obiettivo così limitato?
Ora Riccardo Luna se ne va, forse lo cacciano, perché logicamente chi tiene il timone paga le conseguenze degli insuccessi (meno che in politica ovviamente), ma a cosa servirà il cambio di direttore e di linea editoriale? A fare l’ennesimo giornale da ombrellone, l’ennesimo concorrente di Focus per le spensierate giornate estive?
In molti in Italia avevamo sperato che Wired potesse essere un nuovo punto di riferimento, è evidente che soprattutto negli ultimi mesi la linea editoriale è virata verso altri mondi e neanche se ti chiamo Wired, figlio (in)diretto di Wired USA puoi sfuggire alle logiche della tragedia della editoria tradizionale.
Penso che ne riparleremo.
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