Lo special su Orvieto de “Il Sole 24 Ore”: una questione di incomprensioni.

Ho pubblicato proprio adesso un commento su questo articolo di www.orvietonews.it

Mi sembra opportuno riportarlo qui sul mio blog perché è un caso molto interessante di come il web abbia cambiato il modo di fare e di agire delle persone (e per questo è spessissimo maltrattato da chi non ha molto feeling con la trasparenza).

Il supplemento “CentroNord” de “Il Sole 24 Ore” pubblica un paio di pagine su Orvieto, includendo insieme agli spazi a pagamento anche un quarto di pagina del Comune di Orvieto e il Comune di Orvieto fa  un comunicato stampa per dare maggiore risalto alla notizia “dimenticando” di dire che lo spazio è a pagamento anche se al Comune è stato concesso in forma gratuita.

Un lettore invia un commento nel quale ribadisce che lo spazio sul prestigioso giornale nazionale non è stato concesso dalla redazione, ma semplicemente acquistato.

L’osservazione del lettore è imprecisa non per colpa sua ma per un’impaginazione poco felice proprio de “Il Sole 24 Ore”, che non distingue chiaramente quello che è a pagamento da quello che è gratis, ma questo provoca la reazione non solo dell’Ufficio Stampa del Comune di Orvieto, ma anche quella della società che ha prodotto i contenuti sul giornale, che intervengono con due contro repliche.

Di fatto i due interventi sono provvidenziali per districare la vicenda e ora i lettori, per merito di www.orvietonews.it hanno un quadro chiaro della situazione.,

Sono interessanti questi processi perché evidenziano che il web non è più “l’altro mezzo di informazione”, come in maniera ormai ridicola qualcuno cerca ancora di etichettarlo, ma attraverso il web il processo di produzione, pubblicazione e distribuzione delle informazioni è radicalmente cambiato e segue delle logiche precedentemente impensabili.

Prima di internet quel pezzo sarebbe stato pubblicato, in pochi avrebbero avuto l’opportunità di percepire la gratuità dell’informativa pubblicitaria per il Comune, e tutto sarebbe finito lì.

Internet ha invece avuto il merito di poter entrare nei dettagli, evidenziare che il Comune non ha fatto uso di soldi pubblici per motivi non strettamente necessari (seppur legittimi ovviamente), mettere in luce una strategia commerciale di un grande gruppo editoriale attenta alle ristrettezze economiche delle pubbliche amministrazioni.

Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, ma non è l’ultimo che chiude la porta, anzi, su internet la porta non si chiude mai.

 

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Da leggere con attenzione: Internet è solo virtuale

Questa mattina Punto Informatico pubblica un articolo davvero interessante su internet, rete e web; sulla legalità e l’applicazione delle leggi reali al virtuale del web.

È un articolo molto interessante per capire bene quali distorsioni si possono introdurre nei ragionamenti quando si cerca di fondere il reale e il virtuale e di applicare le leggi reali nel mondo virtuale.

Nel mio post precedente mi lamentavo del fatto che il legislatore spesso si rapporta a internet con disarmante approssimazione e con il consueto tentativo di assimilazione alle altre attività umane (vedi l’obbligo della partita iva).

Vi lascio all’articolo.

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Blog e partita IVA: la solita inconsapevolezza o c’è qualcos’altro?

Proprio ieri ho incontrato Stefano Corradino di Articolo 21 e mi ha anticipato l’articolo che avrebbe scritto oggi e già qualche giorno fa su Punto Informatico è stato pubblicato un pezzo su un’azienda multata dall’Agenzia delle Entrate per non aver pubblicato sul proprio numero di partita IVA sulla homepage.

Ma questa della obbligatorietà della partita IVA per i soggetti IVA è ormai acqua passata. E’ obbligatoria punto e basta.

Stefano invece teme che, forse, tale obbligatoriretà possa essere estesa anche a chiunque possieda un qualcosa di pubblico sul web, come un blog.

E’ evidente che tutti ci auguriamo che all’Agenzia delle Entrate smentiscano presto questa assurdità, così come il ministro Gentiloni si affrettò a precisare che il disegno di legge sull’editoria che accumunava blog, gionali online e quant’altro era stato una svista.

La mia considerazione è ancora più di base e riguarda proprio questa mania di voler per forza equiparare il web a qualcosa di esistente.

Per alcuni, e purtroppo spesso anche per il legislatore, il web non è un’entità precisa con delle caratteristiche uniche e nuove, ma un qualcosa di fuggevole che deve essere necessariamente ricondotto a strutture esistenti e già note.

E nel progetto di comunicazione aziendale il web è collocato spesso vicino alla carta intestata e ai biglietti da visita, ecco perché al legislatore viene in mente di obbligare le aziende a indicare la partita IVA, proprio come sulla carta intestata.

Insomma, c’è un miscuglio di inconsapevolezza, di incapacità, di approssimazione di cui prima o poi dovremmo liberarci se non vogliamo ridicolizzare ancora una volta la presenza italiana sul web.

 

 

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www.mondofuoristrada.it compie 1 anno e raggiunge la vetta nelle ricerche su Google

E’ il momento degli auguri e di una prima analisi dei dati per www.mondofuoristrada.it il portale giornalistico dedicato al mondo delle auto fuoristrada che proprio l’anno scorso, in occasione del Salone Internazionale dell’Automobile di Ginevra ha aperto i battenti.

In soli 12 mesi di attività il prodotto edito da Alberto Mazzantini (e prodotto dalla nostra azienda) ha raggiunto traguardi importanti con molte migliaia di visite uniche. Un dato di tutto rispetto in relazione al target non proprio di massa su cui si colloca il portale.

Per ovvi motivi di natura strategica e commerciale non posso divulgare ora i dati precisi, eventualmente l’editore stesso potrà aggiungere tali dati.

Quello che mi sembra importante segnalare è invece la presenza della testata giornalistica all’interno del canale News di Google come fonte autorevole di informazione  e il risultato raggiunto nel posizionamento con la chiave di ricerca “fuoristrada”.

Infatti cercando su Google la parola chiave “fuoristrada” il portale www.mondofuoristrada.it si colloca al secondo posto su oltre tre milioni di pagine indicizzate, in pratica il primo disponibile visto che la prima posizione è occupata dal sito www.fuoristrada.it che contiene nel nome di dominio solo la chiave di ricerca.

Tale risultato è stato raggiunto senza l’intervento di una operazione diretta di SEO (Search Engine, Optimization) estena e successiva alla realizzazione del prodotto e supplementare alla normale gestione dei contenuti.

Come è stato possibile quindi raggiungere tale risultato? Molte aziende sono costrette a pagare migliaia e migliaia di euro per raggiungere risultati simili e talvolta anche inferiori.

Tutti gli operatori di questo settore (SEO) sanno che questi risultati non si raggiungono con una formula magica unica e immutabile, ma sono sempre dovuti alla sommatoria di piccole strategie che vengono gelosamente custodite. In ogni caso è interessante vedere come due componenti sono davvero essenziali:

  1. La struttura di base con cui è realizzato il prodotto web
  2. L’efficienza del sistema di gestione dei contenuti
  3. Corretta gestione dei contenuti:
    1. Adattamento dei contenuti al progetto web
    2. Frequenza di aggiornamento
    3. Rispetto delle policy di Google

Questi sono solo i punti cardine che costituiscono la base del ragionamento, ma non bisogna pensare a questi punti come singole entità o “leggi” da rispettare.
Li ho strutturati come punti per far capire meglio il loro significato ma nella loro applicazione a livello di progetto web sono concetti che non possono essere svincolati l’uno dall’altro.

Faccio un esempio: gli autori dei contenuti per il web devono essere sufficientemente informati sulle modalità con cui dovrebbero essere costruiti i contenuti affinché un motore di ricerca come Google possa indicizzarli al meglio (nell’elenco precedente corrisponderebbe al rispetto dei punti 3.1 e 3.3). Ma non è possibile che un giornalista che si occupa di auto fuoristrada sia anche un tecnico molto competente sulle strutture del linguaggio XHTML così da adattare al meglio quello che scrive alla struttura migliore per il web. Allora deve per forza intervenire un potente sistema di gestione dei contenuti che aiuti o guidi l’autore a miglioare il proprio prodotto.

Nel nostro caso SmartControl esegue in forma automatizzata proprio queste operazioni, senza che l’autore debba necessariamente conoscere ogni aspetto avanzato dell’argomento (punto 2 e punto 3.3 dell’elenco precedente).

In conclusione, grazie a una buona infrastruttura di base, grazie a un potente sistema di gestione dei contentui e grazie a dei contenuti ben strutturati e controllati in maniera professionale da chi li inserisce, è possibile arrivare a risultati stupefacenti anche senza passare per azioni di SEO successive, perché tali controlli sono stati eseguiti alla radice.

Insomma anche in questo settore potrebbe essere valida la legge: prevenire è (talvolta) meglio che curare.

Grazie (e complimenti) Alberto, in bocca al lupo per il futuro.

 

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