David Sassoli, la politica 1.0

Qualche giorno fa Roberto Castaldo ha fatto un giretto “accessibile” sui siti dei tre candidati alla guida del Partito Democratico. Il risultato non è certo edificante per un partito che si è posto (o si vorrebbe porre) come innovativo, partecipato, attento alle tematiche sociali e che da sempre scimmiotta le gesta dei Democratici americani.

Anche Davide Sassoli ha rifatto il suo sito, l’ha scritto ieri su Facebook.

Davide Sassoli è sbarcato su Facebook poco prima delle elezioni con una massiccia operazione di reclutamento di amici fino a raggiungere il limite di 5000, ne sono diventato amico. Come accade spesso, appena finite le elezioni l’attività sulla community si è un po’ spenta, ma ieri il suo post mi ha incuriosito. Con una certa enfasi ha annunciato di aver pubblicato il suo nuovo sito, ha dichiarato di averci messo un po’ di tempo perché ha voluto farlo “perfetto”.

Peccato che è totalmente inaccessibile. Se Roberto Castaldo avesse inserito il sito di Sassoli nella sua ricerca l’avrebbe classificato come il peggiore, penso.

Allora in pieno spirito collaborativo, ho subito detto a Sassoli che il suo sito non è accessibile e che purtroppo, non può essere perfetto come lui pensa.

Mancano completamente le intestazioni, i font sono dimensionati in pixel, c’è un uso improprio delle tabelle, e così via, con innumerevoli problemi di accessibilità.

Ovviamente, in pieno stile “politica 1.0”, dove il politico è sul pulpito e il popolo ha il solo compito di ascoltare e seguire come un gregge, Davide Sassoli non si è degnato di rispondere, neanche con un grazie o con un “spiegami meglio questa cosa”. Un altro suo amico ha anche commentato che Davide su Facebook non risponde mai.

Insomma, ecco un bell’esempio di come la politica in Italia non abbia ancora capito cosa sia il web. Come facciamo poi a lamentarci che esistano proposte di legge come quella di Barbareschi e della Carlucci?

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