La notizia principale di oggi di Punto Informatico è un articolo di Gaia Bottà sulla situazione dei giornali di carta, a partire da quelli di oltre oceano.
Secondo Gaia, che riprende il parere di un autorevole esperto del settore, il 2009 sarà per la carta stampata un anno di dolori. Gli americani già nel 2008 avevano preferito l’informazione online a quella dei tradizionali quotidiani cartacei e sembra che per il 2009 sia prevista un’ulteriore perdita a carico di questi ultimi.
Da noi le cose sono ancora un po’ diverse. La presenza di massicci aiuti di stato agli editori tradizionali sta ancora tenendo in piedi un mercato disastrato. Anche perché in Italia i famigerati centri media che raccolgono la quasi totalità degli investimenti pubblicitari, stanno ancora girando le cifre astronomiche dei budget pubblicitari verso i canali televisivi, in una distorsione del mercato senza precedenti.
Insomma la regola tutta italiana sembra questa: la televisione piglia tutto, i giornali di carta si mantengono con i soldi pubblici, e internet è sempre il terzo incomodo a cui non bisogna dare troppa fiducia perché sta rovinando le regole del gioco; non va boicottato perché non si può ma va osteggiato in qualche modo, per esempio impedendo di fatto la costruzione della banda larga a tutto il territorio nazionale.
Fino a quando chi tiene le fila del gioco è il beneficiario di tutto questo il gioco non cambierà. Non bisogna però pensare che il grande vecchio si chiami solo Berlusconi. Il grande vecchio è il sistema di potere nostrano, da Confindustria al mondo politico.
Comunque, se negli USA il cambio di rotta c’è già stato e nel 2009 ci sarà un’ulteriore resa dei conti, da noi si potrà tardare un po’ ma la tendenza non può che essere quella.
Con questo non auspico la fine dei giornali di carta, dico solo che se una volta per garantire il pluralismo e la libertà di espressione ci si preoccupava di garantire la libertà di stampa (di carta) ora si dovrebbe riuscire a capire che per garantire pluralismo e libertà è necessario garantire internet a tutti, come l’acqua.
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