Nuovi blog e considerazioni sul contenuto e i contenitori.

In questi giorni EasyMedia ha fatto partire la sua esperienza online con un blog www.ilvicino.it/blog .

Editori e autori de Il Vicino ci informano che questo blog nasce con l’intento di fare da raccoglitore per commenti, proposte, suggerimenti da parte dei lettori.

Quindi un progetto dove carta e web si incrociano per sostenersi l’un l’altro.

Non voglio commentare la formula editoriale. Auguro solo agli amici di EasyMedia un buon lavoro.

Voglio invece prendere spunto da questa notizia per fare un ragionamento legato al rapporto contenitore/contenuto.

Troppo spesso penso che si faccia una confusione totale su questi aspetti.

Si cerca sempre di contrapporre o rendere complementari carta, web, televisione, radio.

Il vero tema su cui ragionare non è il mezzo, il contenitore, ma il contenuto.

Il mezzo deve essere scelto in base alle esigenze tecnologiche, ai costi, ai gusti ecc. Ma il contenuto è il vero argomento. Il contenuto adattato e modellato sul mezzo.

Se non si hanno contenuti si possono anche investire decine di migliaia di euro per progetti faraonici ma saranno destinati al fallimento.

E la crisi della televisione di questi anni è uno degli esempi: nessuno mette in dubbio che RaiUno si veda benissimo in tutta Italia, ma molti mettono in dubbio la qualità delle produzioni che l’emittente nazionale propone.

Per il web e per i prodotti editoriali cartacei locali il discorso è identico.

Personalmente ho letto (e leggo tutt’ora) dei blog bruttissimi, con grafiche molto scadenti (non faccio link per non offendere nessuno), i cui contenuti sono di altissimo valore professionale e culturale.

E invece, come azienda, ho realizzato progetti web complicatissimi con potenzialità davvero notevoli che non vengono sfruttati dai committenti proprio per mancanza dei contenuti.

Il mezzo e come si presenta deve essere solo un aspetto del progetto editoriale. Non si può continuare a pensare che il mezzo possa essere il prodotto, come invece si pensava una volta: facciamo il sito… apriamo il blog… facciamo un giornale… facciamoci affittare una frequenza televisiva…

Quando un giorno RCS deciderà di non stampare più Il Corriere della Sera ma di editare solo la versione web potranno esserci degli sconvolgimenti aziendali momentanei, ma per RCS potrebbero aprirsi scenari economici inimmaginabili. Pensate cosa succederebbe sul web se l’intero investimento pubblicitario del Corriere della Sera fosse dirottato sul web e se più in generale la pubblicità si spostasse sempre di più sul web anziché sulle televisioni e sulla carta.

Questo scenario non è una mia fantasia. Forse al Corriere non si sono fatti una domanda e non si sono dati una risposta, ma il direttore del New York Time qualche giorno fa ha dichiarato: – Non so se fra 10 anni continueremo a stampare i giornali di carta, ma francamente la cosa non mi interessa.

Certo, perché il vero argomento non è il mezzo, ma il contenuto, gli investimenti pubblicitari e i profitti.

Comunque non credo che questo futuro sia l’unico possibile. Bisognerà vedere nei prossimi 10 anni quanto il web sarà penetrante e quanto la tecnologia ci renderà sempre più facile l’accesso.

Inoltre bisognerà vedere quanto saremo disposti a spendere pur di non rinunciare al cosiddetto “fascino della carta” e quanto le grandi agenzie di raccolta pubblicitaria riusciranno ancora a immobilizzare il mercato girando oltre il 90% degli investimenti sulle televisioni.

Ma una cosa è sicura.

Per me, lettore, non ci saranno problemi: l’editoriale di Paolo Mieli ci sarà comunque, carta o web.

E compito delle aziende che si occupano di web, come la mia, sarà sempre quello di proporre e suggerire strategie o realizzare soluzioni per gestire i flussi informativi o di fornitore di contenuti.

Quindi, per quanto ci è possibile pronosticare, anche per il futuro sarà sempre più valido il rapporto modello di business / contenuto.

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