Chi controlla il web?

Oggi ci sono molti blog che commentano una intervista di Vittorio Zambardino su repubblica.it al Garante della Privacy.

Ho letto opinioni diverse, ma devo dire di essere in sintonia con Massimo Mantellini che liquida la questione con un titolo secco e deciso: “Una marea di chiacchiere inutili”.

Non mi dilungo oltre. Basta leggere l’intervista.

Non so se dipende da me (il che potrebbe anche essere!), ma mi risulta davvero complicato capire cosa intenda dire in fondo il garante (senza nulla togliere a Zambardino, ovviamente, che stimo e leggo da moltissimo tempo).

Il fatto è che quando i non addetti ai lavori parlano di internet (e immagino che il garante non sia un addetto ai lavori) si parla soltanto di una cosa: come fare a difendersi dalla belva feroce.

A voi l’intervista. Ne riparleremo.

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Un malato che non vuol farsi curare

Il problema c’è ed è serio. Nelle istituzioni, e soprattutto nelle piccole amministrazioni c’è un problema reale di conoscenza. Ho ancora dei brividi alla schiena nel ricordare che Stefano Paggetti (direttore del SIR Umbria) più di un anno fa disse pubblicamente che ormai l’informatizzazione di base nella PA è conclusa.

Ho i brividi perché sono perfettamente consapevole che spesso, nei piccoli uffici, nei piccoli comuni, ma anche nei grandi uffici della Regione Umbria, si incontrano difficoltà come queste:

  1. come configurare la posta elettronica?
  2. come ci si difende dallo spam?
  3. come si installa una webcam?
  4. come si usano proficuamente i motori di ricerca?

Ma questo è solo l’aspetto tecnico di base che mi permette di iniziare il ragionamento.

La questione vera è un’altra: qual’è il livello di informazione che deve raggiungere la PA?

E’ davvero sufficiente che impiegati e politici abbiano acquisito la cosiddetta “informatizzazione di base”? Oppure è ormai doveroso fare un passo più in là?

E poi, come si fa a fare un passo più in là? Su quali linee guida si deve procedere per completare quel processo informativo appena iniziato?

Come si fa ad impedire ai politici di parlare a sproposito di argomenti di cui non hanno la benché minima conoscenza (vedi Fioroni su Internet) e magari pretendere che adottino pure delle strategie sulla base dei ragionamenti fatti?

E coloro che volessero informasi davvero, quale voce autorevole dovrebbero ascoltare per cercare soluzioni e informazioni sui vari problemi che nel mondo dell’informatica e soprattutto nel mondo di internet cambiano volto ogni 15 giorni?

E come si impedisce ai miei colleghi più o meno ciarlatani di accreditarsi presso le PA come “voce autorevole” e guidare quei poveri politici brancolanti nel buio verso frontiere tecnologiche a volte del tutto infondate?

Mi rendo conto che queste sono tematiche davvero importanti che non posso certo risiedere soltanto in un post di un blog, ma questo è il massimo che posso fare, per adesso.

Sarebbe già un traguardo se chi si riempie tutti i giorni la bocca di innovazione, riuscisse perlomeno a mettere un commento qui sotto.
Non perché questo post abbia una qualche autorevolezza, anzi, non ce l’ha affatto, ma potrebbe perlomeno aprire un fronte di discussione.

Il problema dell’informazione è davvero serio, ma nella PA raramente si cerca di trattarlo come tale. 

Vedo piuttosto un malato grave che non vuole ammetterlo e si ostina a non farsi curare, continuando a raccontare a destra e a manca le proprie verità a cui nessuno è più disposto a credere.

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Si, anche secondo me oggi nevica

Ho scoperto dal blog di Massimo Mantellini che oggi Repubblica ha fatto un link!!! Ecco la pagina. E oggi nevica, come dice Massimo.

L’antefatto è il divertimento dei blogger di questi giorni. Una specie di gioco cultural/creativo. Cliccate qui per vedere, ma la vera notizia è che Repubblica.it ha fatto un link.
Come molti blogger sanno repubblica.it, ma a dire il vero anche quasi tutti i giornali online culturalmente ed editorialmente legati alla carta, non amano molto l’operazione che fa di internet un luogo navigabile: il link, appunto. La notizia è ancora più

interessante perché ho ancora fresca nella memoria la piccola diatriba uscita fuori in occasione del meeting dell’Associazione Nazionale della Stampa Online di Orvieto.

In quella occasione, approfittando della presenza di Massimo Razzi (redattore di Repubblica.it), l’amico Luca Conti fece appunto questa osservazione: come mai repubblica.it non fa i link verso i siti di cui parla? Anche Stefano Vitta era presente  alla discussione.

Secondo Massimo Razzi la motivazione è puramente tecnica: se Repubblica fa un link verso un blog quel server va giù in pochi minuti…

Secondo Luca Conti c’è un po’ di snobbismo verso la blogosfera e la voglia di “prendere spunto” senza dirlo troppo in giro…

Io penso che sia la solita cattiva abitudine di chi non è nato sul web ma si è riciclato al web pensando che fosse un’estensione della carta.

Comunque chissà, forse non è mai troppo tardi per cambiare idea… e soprattutto vediamo se il server di eiochemipensavo resiste!

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Il cablaggio di Orvieto fu fatto davvero, e c’è anche una mappa!

Sempre la solita fonte di cui parlavo ieri mi ha confermato che il cablaggio a fibre ottiche della città e stato fatto davvero. Ci sarebbe in giro pure una mappa molto dettagliata.

Certo, sarebbe davvero paradossale che nel 2007, nell’era della connettività a larghissima banda promessa da CentralCom a suon di centinaia di migliaia di euro, ci si fosse dimenticati che proprio qui, sotto il mio portone, in un tombino qualsiasi, si potrebbe nascondere un bel cavo a fibre ottiche…

Ma Prof. Barbabella, lei che allora era sindaco di questa città, cosa ne sa di questa storia?

E voi amministratori pubblici attuali, cosa ne sapete?

Insomma, c’è qualcuno nella rete che ne sa qualcosa?

Io dal canto mio cercherò di acquisire altre informazioni, vi terrò informati. ]]>