Un malato che non vuol farsi curare

Il problema c’è ed è serio. Nelle istituzioni, e soprattutto nelle piccole amministrazioni c’è un problema reale di conoscenza. Ho ancora dei brividi alla schiena nel ricordare che Stefano Paggetti (direttore del SIR Umbria) più di un anno fa disse pubblicamente che ormai l’informatizzazione di base nella PA è conclusa.

Ho i brividi perché sono perfettamente consapevole che spesso, nei piccoli uffici, nei piccoli comuni, ma anche nei grandi uffici della Regione Umbria, si incontrano difficoltà come queste:

  1. come configurare la posta elettronica?
  2. come ci si difende dallo spam?
  3. come si installa una webcam?
  4. come si usano proficuamente i motori di ricerca?

Ma questo è solo l’aspetto tecnico di base che mi permette di iniziare il ragionamento.

La questione vera è un’altra: qual’è il livello di informazione che deve raggiungere la PA?

E’ davvero sufficiente che impiegati e politici abbiano acquisito la cosiddetta “informatizzazione di base”? Oppure è ormai doveroso fare un passo più in là?

E poi, come si fa a fare un passo più in là? Su quali linee guida si deve procedere per completare quel processo informativo appena iniziato?

Come si fa ad impedire ai politici di parlare a sproposito di argomenti di cui non hanno la benché minima conoscenza (vedi Fioroni su Internet) e magari pretendere che adottino pure delle strategie sulla base dei ragionamenti fatti?

E coloro che volessero informasi davvero, quale voce autorevole dovrebbero ascoltare per cercare soluzioni e informazioni sui vari problemi che nel mondo dell’informatica e soprattutto nel mondo di internet cambiano volto ogni 15 giorni?

E come si impedisce ai miei colleghi più o meno ciarlatani di accreditarsi presso le PA come “voce autorevole” e guidare quei poveri politici brancolanti nel buio verso frontiere tecnologiche a volte del tutto infondate?

Mi rendo conto che queste sono tematiche davvero importanti che non posso certo risiedere soltanto in un post di un blog, ma questo è il massimo che posso fare, per adesso.

Sarebbe già un traguardo se chi si riempie tutti i giorni la bocca di innovazione, riuscisse perlomeno a mettere un commento qui sotto.
Non perché questo post abbia una qualche autorevolezza, anzi, non ce l’ha affatto, ma potrebbe perlomeno aprire un fronte di discussione.

Il problema dell’informazione è davvero serio, ma nella PA raramente si cerca di trattarlo come tale. 

Vedo piuttosto un malato grave che non vuole ammetterlo e si ostina a non farsi curare, continuando a raccontare a destra e a manca le proprie verità a cui nessuno è più disposto a credere.

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