L’ascensore di Cenerentola

quando, dopo essere rimasto ad Orvieto fino a mezzanotte e 5 minuti, mi sono ritrovato di fronte all’ascensore di Cenerentola.

A mezzanotte si spegne tutto. Si trasforma la carrozza di Cenerentola, si spegne l’insenga dell’ultimo caffè e si ferma l’energia elettrica dell’ascensore di Ripa Medici dell’ ATC (o del comune?).

Qualche giorno fa Marco Sciarra aveva posto una domanda al Sindaco proprio su questo tema. Credo che abbia ragione.

A parte il fatto che per raggiungere il parcheggione di Campo della Fiera a piedi non è un’impresa facile, ma mi metto nei panni di chi non è di Orvieto e si trova a doversi “inventare” la strada più breve per arrivarci (a mezzanotte, ovviamente).

E le barriere architettoniche? Per esempio io ero con la mia famiglia ed avevo il passeggino (immagino un disabile con la sedia a rotelle!!). Facendo mente locale ho pensato che percorrere la cava fosse la strada unica possibile. Eccovi l’elenco delle difficoltà incontrate

  1. Slalom fra le automobili in via della Cava. Fra quelle parcheggiate e quelle che mi sfrecciavano velocemente vicino ho dovuto rischiare la vita mia e quelle di mio figlio molte volte.
  2. L’ingresso al piazzale del parcheggio in corrispondenza dell’incrocio di porta Maggiore è realizzato solo con una rampa di scale (niente passaggio alternativo) A meno che non vogliate rischiare davvero la vita a percorrere la strada, in curva, contromano rispetto alle automobili.
  3. Una volta raggiunto il primo viottolo che conduce al piazzale c’è una seconda rampa di scale per scendere fino al livello del piazzale.
  4. Raggiunto finalmente l’accesso al parcheggio di nuovo due belle rampe di scale per scendere al primo piano interrato (perché ovviamente neanche l’ascensore iterno è funzionante, che per dovere di cronaca vi faccio sapere che quello non era chiuso perché troppo tardi, ma proprio non funzionava neanche alle 8,00 quando sono salito ad Orvieto).

Mi sembra di non aver altro da aggiungere.

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Una domanda per Fausto Galanello

www.orvietonews.it che Fausto Galanello è il nuovo presidente del consorzio Crescendo. Mi piacerebbe rivolgergli una domanda, che poi è anche una considerazione.

Ricordo che un paio di anni fa ebbi un incontro con l’ex presidente del Consorzio Marco Marino. Ero alla ricerca di nuovi locali per la mia azienda e Marco mi portò nella zona industriale di Bardano a vedere i locali gestiti dal Consorzio.

Ricordo che non si giunse a nessun accordo perché quei locali erano enormi per un’azienda come la nostra. Alcuni immobili da 600 metri quadrati ed altri addirittura da 2.000m2 con dei soffitti di oltre 8 metri.

Mi stupii perché seppi che quell’immenso immobile sarebbe stato destinato alla cosiddetta “new economy” e non ad attività artigianali. Mi sono stupito perché al di là del fatto che alcune aziende di questo settore si trovino fisicamente in capannoni, non è affatto detto che tutti abbiano bisogno di grandi spazi. La new-economy, quando per esempio lavora sui software può avere bisogno anche di pochissimi spazi.

Mi chiedo ancora che fine abbiano fatto quei grandi locali.

E soprattutto mi interesserebbe sapere se nelle nuove linee di sviluppo si terrà conto che la tanto famigerata “new economy” (verso cui mi sembra si rivolgano le preferenziali strategie di sviluppo di questa città) non può essere soltanto il miraggio del call-center strappato ad una location romana o milanese, ma una realtà molto più complessa e articolata, che forse, all’insaputa di molti amministratori, sta già transitando sotto e sopra la rupe.

Devo dire che in questi ultimi anni i processi di sviluppo locale si è un po’ arenato. Basti pensare che oltre la metà della popolazione del comprensorio non è raggiunta dalla rete ADSL (neanche i locali di cui sopra, se non vado errato), e che le tanto attese aziende del settore non hanno scelto affatto Orvieto come meta. Anzi, il marchio ITELCO che era sinonimo di Tecnologia e Avanguadia nel mondo, ha fatto la fine che ha fatto.

Caro Fausto, non mi aspetto che le risposte siano semplici. Non è semplice niente in questa vita. Però, per esempio, mi aspetterei che rispondessi a questo post, tanto per segnare un punto simbolico di innovazione. Per dire che chi governerà il processo di sviluppo di un territorio è attento ad ogni forma di comunicazione che su quel territorio transita.

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Orvietonews versione 4.0

Perdonateci, dalle nostre parti si direbbe: “ma non trovate pace!”. Ma non è così. Stavolta siamo stati obbligati da esigenze tecniche e soprattutto da esigenze di gestione dei contenuti.

Fortunatamente (o sfortunatamente, fate voi) noi abbiamo il problema opposto di molti altri siti: la grande quantità di informazioni.

Gestire correttamente ogni giorno decine e decine di contenuti di vario tipo non facile. Gli interessati agli articoli giornalistici vorrebbero trovare quello che cercano in prima pagina, gli autori che ci mandano le proprie opinioni le vorrebbero vedere più in evidenza, gli sponsor vorrebbero essere gli unici, la nostra agenzia pubblicitaria vorrebbe sempre avere nuovi spazi e nuovi servizi da offrire, ecc.

Che fatica!!!

Per fortuna le risorse tecnologiche vengono in aiuto. Basta utilizzarle nel migliore dei modi.

Comunque speriamo che il nostro lavoro vi piaccia.

Ovviamente per chi vuole fare commenti, critiche (o speriamo complimenti) questo blog è aperto!

Buona navigazione su www.orvietonews.it

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