Addirittura qualche organizzazione scolastica avrebbe deciso di tagliare i fondi per l’informatica.
Ecco, questo tipo di notizie, lette e riportate con superficialità sono un atto irresponsabile.
Già
mi immagino la schiera di docenti che ancora non hanno saputo
convertirsi all’uso del PC (e voci più o meno ufficiali dicono che in
Italia sono davvero tantissimi) che esultano con una frase tipo –
L’avevo detto che quel coso fa solo male ai ragazzi -.
Ma cerchiamo di collocare tutto nel proprio contesto.
Quello
studio è condotto su gruppi di ragazzi che hanno un computer portatile
sotto il banco. Sempre disponibile. Hanno una connessione internet
sempre attiva. Ogni tipo di software installato e utilizzano il PC per
tutte le lezioni.
Ce l’avete presente invece quale sia la
situazione dell’informatica a scuola in Italia? Non fatevi ingannare da
chi vi dice che ormai tutti gli istituti hanno i computer. Non
significa proprio niente e poi non è affatto vero.
Avere i computer
non significa che se ne fa un uso corretto. Per esempio sostengo da
anni che il primo disastro per l’utilizzo dell’informatica a scuola è
stato fatto con le aule di informatica. E’ quasi un paradosso ma è
proprio così.
L’aula di informatica è stata così assimilata alla
palestra, dove ci si va per fare una certa cosa separatamente a tutto
il resto del percorso didattico.
L’informatica invece deve essere presente in aula esattamente come la lavagna, il banco e l’insegnante.
Il
progetto di Negroponte si chiama One Laptop per Child (un portatile per
ogni bambino). Noi non siamo riusciti neanche ad avere un portatile per
ogni insegnante e neanche un portatile per ogni classe!! Figuratevi un
po’ se l’informatica a scuola in Italia può essere dannosa.
Insomma
non facciamo come al solito che prendiamo dagli altri solo le cose
negative. Cerchiamo di vedere le cose come realmente stanno.
Questo è l’articolo scritto dal Corriere della Sera
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