Per chi se lo fosse perso, non c’è quasi rimedio. Infatti, in attesa che la Rai al posto di duemila fiction investa quattro centesimi per permetterci almeno di rivedere sul web i programmi già mandati in onda, l’unica cosa che si può fare è leggersi il succo della trasmissione pubblicato in questa misera paginetta pubblicata sul sito della Rai.
Ma per i più pigri faccio un copia e incolla della parte più interessante del testo e lo pubblico qui sotto.
Credo che la visione di questo servizio del bravissimo Iacona sarebbe servito a molti per capire le dinamiche della politica italiana da cui quella locale difficilmente si discosta.
In questo post di Laura Monica Riccio si fa tante domande senza avere risposte. Credo che se avesse visto quel programma avrebbe potuto darsi qualche risposta in più.
Purtroppo dovrete accontentarvi di questo testo, spero che in molti lo abbiate visto.
Pane e politica
racconta la crisi di rappresentanza dei partiti tradizionali e il
venire avanti dei cosiddetti partiti-persona, vere e proprie macchine
elettorali incardinate tutte su persone che per la loro posizione al
Comune, alla Provincia o alla Regione sono in grado di poter coltivare
il proprio elettorato: proprietari dei pacchetti di voti, i
partiti-persona sono in grado di giocarsi il loro capitale sociale in
maniera autonoma sul mercato della politica, spostandosi al centro, a
destra o a sinistra. Del resto la posta in gioco negli ultimi anni è
diventata alta: dal Consiglio circoscrizionale, al Comune, alla
Provincia, alla Regione un eletto percepisce un vero e proprio
stipendio.
Per molti la politica è l’unico vero lavoro e quando
arrivi alla Regione è pagato talmente bene da falsare la gara: oggi un
consigliere regionale della Calabria arriva a pretendere fino a
quindici volte di più di un operaio, un professore, un ricercatore.
Siamo proprio sicuri che questo è il modo migliore di selezionare la classe dirigente di un Comune, di una Regione, di un Paese? ]]>