Su orvietonews vendiamo la pubblicità in forme preistoriche!

Avevo quasi rimosso l’argomento. Per mesi mi sono
impegnato a trasmettere a collaboratori e clienti uno dei concetti
fondamentali della vendita di pubblicità online: l’impression.
Qualche
volta ho raggiunto lo scopo, qualche volta (spesso) ho dovuto desistere
e abbiamo dovuto vendere la pubblicità con modalità temporali (per una
settimana, un mese, un anno, ecc), perché per qualcuno è difficile
comprendere il significato di impression.

Oggi poi mi sono imbattuto in un post di Cesare Lamanna e mi sono ricordato dell’argomento, anzi, ho dovuto constatare che stiamo vendendo la pubblicità in forme preistoriche.

di Cesare Lamanna – C’era una volta la
pagina. Era l’unità di misura base sul web. In effetti, in cosa
consisteva quella che tutti chiamiamo ‘navigazione’? Click su un link e
salto su una nuova pagina, click su un link e salto su una nuova
pagina…
Il web marketing si adeguò prontamente. L’appettibilità di un sito per
gli inserzionisti e il successo di una campagna sul web, si misuravano
in termini di page views, di impression, concetti legati a filo doppio
al paradigma della pagina.

Ed ora che succede nel web? Succede che ci sono nuove diavolerie che si
chiamano AJAX (ma che non sono un detersivo) che mandano decisamente in
archivio il concetto di pagina web perché ad ogni click non si accede
più ad una pagina nuova, ma solamente ad un pezzo di pagina.

Cosa dirò al mio cliente che mi chede quanti visitatori ho avuto e quante pagine sono state viste?
Come potrò spiegargli il significato di AJAX?
Insomma,
sono ancora fermo alla diffusione del concetto medioevale di
impression, mentre nel mondo avanzato si sta già progettando il viaggio
su marte!

Ma a parte gli scherzi, l’argomento è davvero
spinoso. Anche i guru del settore ne cominciano a discutere. Per chi ha
voglia di documentarsi vi segnalo questo link (in lingua inglese).


Goodnews: Paolo Gentiloni, il ministro blogger

Il neo ministro è da tempo blogger. Non è diventato blogger in epoca elettorale con il solo scopo di racimolare quattro voti in più da questo canale di informazione, è blogger da ormai un anno! E questa non può che essere una buona notizia per noi che di internet viviamo. Complimenti al nuovo ministro anche per la modalità con cui è realizzato il proprio blog, semplice e soprattutto accessibile.

Anche una delle prime dichiarazioni del neo ministro è molto interessante e promettente

 

“Vogliamo ridurre il peso del duopolio nella tv analogica. Il modello di 10 anni fa – Rete 4 su satellite e RaiTre senza spot – mirava a questo. Ma non è l’unico possibile. Di certo reintrodurremo tetti alla raccolta di spot e al possesso di frequenze. Di certo, approveremo una legge credibile sul conflitto di interessi. Ma dobbiamo guardarci da tentazioni punitive. Motore e obiettivo della nostra azione non sarà colpire Mediaset”. (intervista integrale su repubblica.it)

 

Ridurre la potenzialità di raccolta pubblicitaria per le televisioni sarebbe per tutti gli altri mezzi di comunicazione (compreso internet, ovviamente) una cosa davvero positiva. Come è noto oggi il mercato pubblicitario è quasi interamente gestito dalle televisioni, non tanto perché sono più appetibili come prodotto, ma quanto perché i grandi gruppi che rastrellano i capitali da destinare alla pubblicità dirigono gli sponsor soltanto verso quei canali.

 

Insomma, per ora ci sono due goodnews, staremo a vedere…

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E voi che fate, la staccate o l’attaccate la spina?

Non so se ci avete fatto caso. Ci sono due pubblicità di prodotti simili il cui spot televisivo è incentrato sulla spina del telefono
Nella nuova pubblicità della compagnia di telefonia mobile Vodafone, si invitano gli utenti a staccare la spina del telefono fisso perché, dice lo slogan, “Il tuo cellulare diventa il tuo telefono di casa” con una tariffa molto vantaggiosa.
L’altra pubblicità è quella di Telecom Italia con il prodotto Alice che invece invita a mantenere attaccata la spina perché su un unico collegamento saranno in grado di portare nelle nostre case telefono, internet e televisione. Che cosa c’è dietro a tutto questo. Ci sono due offerte che in comune non hanno solo la spina del telefono, ma dei retroscena interessanti da conoscere. L’offerta Alice di Telecom Italia è quella che è possibile attivare avendo a disposizione il collegamento ultraveloce a 20 Mega. Questa tecnologia è utilizzabile soltanto sottoscrivendo un contratto con Telecom Italia. Questa cosa ha suscitato una marea di contestazioni sia da parte delle associazioni dei consumatori, sia da parte dei concorrenti di Telecom, in quanto, secondo questi soggetti, Telecom starebbe abusando della sua natura di ex monopolista del settore, impedendo di fatto agli altri operatori di vendere prodotti simili in concorrenza.
In pratica in un settore così complesso e cruciale come quello delle comunicazioni, Telecom Italia sta vendendo un prodotto a così alto valore aggiunto senza alcuna concorrenza. L’altra spina, quella che invece si stacca, è di Vodafone. Anche in questo caso il retroscena è davvero interessante. La pubblicità non è ingannevole perché la tariffa e il contratto proposti sono davvero concorrenziali e simili al telefono di casa.
Quello che invece lo spot non dice, e non lo dice neanche il sito internet www.190.it, è che il vantaggio di questa tariffa è solo per chi chiama, mentre se si viene chiamati, l’utente dall’altra parte si troverà una bella telefonata verso un cellulare, con i costi che sappiamo.
L’operatore al 190 dice che questo è ovvio, quello che sto utilizzando è pur sempre un telefonino, ma se lo spot mi dice che il telefonino sostituirà il telefono di casa è altrettanto ovvio che chi mi chiama sul telefono di casa non paga come verso un cellulare. Insomma, come vedete dietro alle spine che si staccano e si attaccano ci sono sempre tante insidie….

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“Libertà è partecipazione”


A parte il fatto che quando si parla di web le previsioni sono sempre da prendere con le molle. Sono sufficientemente vecchio (di web, naturalmente!) per ricordare illusioni e disillusioni che si sono moltiplicate nel corso degli anni.

Ma il fenomeno dei blog è davvero dilagante.
Le cifre? Si dice che attualmente i blogger online sono quasi 400.000. Questo il post Laila Pavone

Secondo l’ultima Eurisko New Media il 2% degli utenti internet possiede/gestisce un blog personale cio’ significa che in italia ci sono circa 350.000 blog (nella ricerca precedente e cioe’ la release pubblicata 6 mesi fa erano la meta’). Ma probabilmente sono gia’ ora molti di piu’, vista la velocita’ della curva di adozione e visto che la New Media (9° edizione) si basa su interviste CAPI fatte un paio di mesi fa. Ad ogni modo, non male per un fenomeno che fino ad un anno fa era ai piu’ sconosciuto….questa e’ la dimostrazione lampante che il concetto di partecipazione ed engagement e’ nel DNA di Internet e di tutti i media interattivi a venire e che i navigatori italiani non sono poi cosi’ retrogradi rispetto agli altri Paesi.
A mio avviso la forza dei blog è proprio questa, libertà e partecipazione. Proprio come diceva la canzone di Giorgio Gaber che è anche diventata un inno della sinistra.

 

La libertà non è star sopra un albero, non è neanche il volo di un moscone, la libertà non è uno spazio libero, libertà è partecipazione.
Purtroppo Giorgio Gaber si è spento nel 2003 quando l’era dei blog non era ancora arrivata. Sono convinto che questo mondo sarebbe stato anche per lui uno dei migliori mondi possibili per la libertà e la partecipazione, Beppe Grillo docet. ]]>